Olympic, senti Patti: «La Nazionale un sogno: spero sia solo l’inizio»
Federico Patti è tornato una settimana fa da un collegiale con la nazionale giovanile italiana nati 2003/04. Gli allenamenti – dal 25 al 27 aprile – si sono svolti allo Stadio del Nuoto di Civitavecchia, tenuti dai CT Alberto Angelini e Roberto Brancaccio e dal loro staff tecnico. Una grande emozione e il giusto premio per Patti, ragazzo d’oro e atleta serissimo, esempio di quanto il lavoro paghi sempre. Primo atleta dell’Olympic Roma a partecipare a un raduno dell’Italia, abbiamo chiesto direttamente a lui le sensazioni di questi giorni.
Com’è andato il primo collegiale con la nazionale giovanile?
«Questo raduno me lo sono goduto al 100%, è stata un’esperienza nuova che – seppur faticosa – mi ha divertito molto e sinceramente mi è dispiaciuto che sia durato così poco. Spero che questo possa essere solo l’inizio di un percorso che sicuramente potrebbe darmi molto, anche in termini di esperienza. Oltretutto, penso che sia stato importante potersi confrontare con altri atleti della propria età, diversi rispetto ai soliti che incontro da sempre nei gironi delle giovanili».
Che emozione è stata per te leggere il tuo nome tra i convocati? Raccontaci quando Mario te l’ha detto.
«Quando l’ho saputo è stato un mix di emozioni. Da una parte non ci credevo e avevo un po’ d’ansia, ma senza dubbio ha prevalso un gran senso d’orgoglio e l’ondata di gioia che mi ha travolto. La sera stessa ho fatto difficoltà a dormire: dovevo prima realizzare ciò che era successo e poi smaltire quella scarica d’adrenalina che avevo addosso».
Come ti sei trovato a lavorare con lo staff tecnico azzurro e con il CT Roberto Brancaccio?
«Come già detto è stata una bellissima esperienza e mi ha dato modo di confrontare anche le varie letture del gioco degli altri allenatori (anche se in minima parte a causa della brevità del raduno). Ciò che mi è piaciuto di più sono i ritmi alti e l’alta concentrazione richiesta, dall’inizio alla fine. Il fatto che ci fosse uno staff così ampio poi mi ha fatto molto piacere. Nella pallanuoto – così come nella vita – cerco sempre di rubare con gli occhi e fare miei tutti i consigli che ricevo da persone che hanno più esperienza di me».
Sei il primo atleta dell’Olympic Roma a raggiungere questo traguardo. Senti di poter essere un esempio per tutti i giovani della nostra società?
«Ripeto che sicuramente questa cosa mi riempie di orgoglio. Ma mi auguro che questo per me possa essere solo l’inizio di un percorso – mi auguro – il più duraturo possibile. Mi sento di dire che posso essere un esempio dal punto di vista dell’approccio alla pallanuoto: anche se per molti può risultare esagerato, quando non mi alleno e sono a casa, nel tempo libero (o anche quando dovrei studiare! – ride, ndr) guardo partite e video di pallanuoto. Ogniqualvolta che mi è permesso rimanere in acqua a fine allenamento, resto quei minuti in più che mi sono concessi per provare a migliorarmi. Penso che chiunque possa raggiungere questo piccolo traguardo se si impegna con dedizione e costanza ed è disposto a fare qualche sacrificio».
Andrea Esposito
Responsabile Comunicazione Olympic Roma