Mario Fiorillo: «Molto contenti di Olympic Roma e Academy»

Si avvicinano le festività natalizie, la cronaca lascia spazio all’approfondimento. Di partite in programma se ne parlerà con l’anno nuovo e allora abbiamo tutto il tempo per fermarci, riflettere e fare qualche domanda a Mario Fiorillo. Chi meglio di lui – presidente della società e allenatore della prima squadra – può tracciarci un bilancio di questa prima parte di stagione? Di seguito le parole di Mario sullo sviluppo del mondo Olympic Roma e Fiorillo Academy.

Mario, un bilancio di questa prima parte di stagione per la prima squadra?

«Con la prima squadra in A2 siamo dove avevamo previsto, in zona play off. Anche con qualche rammarico devo dire: qualche punto perso di troppo ci avrebbe proiettato ancora più in alto in classifica. In ogni caso, siamo molto contenti in considerazione anche della giovane età e dell’ottimo clima di lavoro che si è creato all’interno del gruppo».

Ampliamo il raggio d’azione: un tuo pensiero su questi quattro mesi di tutto il mondo Olympic Roma e Fiorillo Academy?

«Siamo davvero molto contenti del movimento e dell’interesse che abbiamo creato in pochi mesi intorno al nostro mondo. Colgo l’occasione per ringraziare i nostri giovani atleti e le loro famiglie  per la grande partecipazione, impegno e appartenenza che dimostrano ogni giorno. Un ringraziamento anche ai nostri amici sponsor, che ci stanno supportando in tutte le attività, sia agonistiche che sociali. Un grazie particolare all’associazione Progetto Filippide, con la quale condividiamo valori e impegno nelle attività nel mondo del sociale».

Quali sono gli obiettivi che ti sei prefissato per il club nel 2023?

«Sicuramente cercheremo di migliorare nell’organizzazione e nel perfezionamento della nostra struttura societaria, per fornire un servizio sempre migliore ai nostri ragazzi e alle loro famiglie. L’obiettivo è continuare il percorso che abbiamo intrapreso: insegnare i valori dello sport, la pallanuoto e soprattutto stare bene insieme e avere il piacere di partecipare davvero e in modo attivo al mondo Olympic e Fiorillo Academy. Questo è ciò che ci siamo prefissati, indipendentemente dalla serie e dalla categoria. Tutti i nostri atleti devono essere felici di poter giocare a questo fantastico sport, la pallanuoto».

Chiudiamo con un saluto a tutti i ragazzi e ai genitori per le festività natalizie.

«Da parte mia e della mia famiglia, ho il piacere di augurare un sereno Natale e buone feste a tutti i nostri tesserati, ai loro amici e alle loro famiglie. In modo più generale, l’augurio è soprattutto di superare tutti insieme questo momento difficile che affligge il mondo intero, sia per il post pandemia, sia per i conflitti bellici che negli ultimi mesi si sono avvicinati anche ai nostri confini. Credo che lo sport sia utile anche sotto questo aspetto: uniamoci e facciamo squadra nella speranza di un mondo migliore. Buon Natale a tutti!».

Andrea Esposito

Responsabile Comunicazione Olympic Roma

Olympic, parla Casasola: «Momento delicato, ma siamo pronti a ripartire»

Dopo cinque giornate di campionato e circa tre mesi di duri allenamenti, abbiamo deciso di disturbare per un’intervista Giacomo Casasola. Classe 1990, centroboa e capitano di una giovanissima Olympic Roma impegnata a chiudere bene questo 2022. Il bilancio finora è di 6 punti conquistati alle prime due giornate, poi tre turni meno positivi, ma nei quali i ragazzi di Mario Fiorillo hanno affrontato le prime della classe. Vediamo cosa ne pensa capitan Casasola.

Giacomo, che momento vive la squadra? Siete pronti per le due prossime sfide?

Il momento è ovviamente delicato. Tre sconfitte consecutive non aiutano il morale, ma c’è da dire che abbiamo incontrato tre squadre importanti di questo girone – e due fuori casa. Per una squadra giovane come noi, che ha bisogno di rodaggio, ci può anche stare. Siamo pronti già da sabato a scendere in acqua con il solito spirito battagliero per portare a casa il derby contro la Lazio.

Dobbiamo continuare con questa voglia, con il nostro gioco e pensare solo al presente senza guardarci indietro. Sono certo che troveremo l’amalgama giusta e la direzione più consona per noi: servono tempo e dedizione al lavoro.

Una tua valutazione su questa prima parte di stagione: come vedi l’Olympic Roma e un giudizio generale sul girone Sud.

Le potenzialità di questa squadra sono immense. Abbiamo tutti ragazzi giovani e di talento, che hanno però bisogno del loro tempo per entrare in meccanismi che – vista l’età – è normale non padroneggino ancora a pieno. Questa prima fase del campionato ci ha dimostrato che possiamo ambire alle zone alte della classifica, ma anche che dobbiamo lavorare con dedizione. Sono sicuro che la crescita sarà esponenziale man mano che andremo avanti con le partite.

Per quanto riguarda il girone Sud, credo che verrà dominato dalla Roma Vis Nova. Hanno allestito una squadra davvero competitiva, con innesti importanti che hanno alzato il livello – già ottimo – dello scorso anno. Ci sono poi altre squadre ben organizzate, che rendono il campionato interessante ed equilibrato. Il buon livello di questo girone è fuori discussione.

Come ti stai e vi state trovando con una leggenda come Mario Fiorillo?

Come ho sempre detto – anche in precedenza – Mario mi ha davvero stupito in senso positivo. Non lo conoscevo come allenatore e devo dire che è stata una piacevolissima sorpresa. Non credo serva sottolineare il giocatore che è stato, né la conoscenza del gioco che possiede. Ciò che va sottolineato invece è l’umiltà che lo accompagna e la capacità di coinvolgere ogni singolo giocatore nel meccanismo di squadra. Credo che tutti – giovani e meno giovani – abbiano da imparare da lui. Non capita tutti i giorni di essere allenati da un’oro olimpico e queste fortune vanno sfruttate al meglio.

Hai dei compagni giovani e con tanta voglia di lavorare. Puoi essere più utile tu per loro in termini di esperienza o loro per te per gli stimoli nuovi che hai ogni giorno?

Domanda davvero interessante, non so bene cosa rispondere. Posso dire che per me sono uno stimolo importante: la loro voglia e la loro passione ardente fanno sì che io non mi rilassi troppo (ride, ndr). È un contesto nuovo per me rispetto al passato, ogni situazione porta con sé nuovi stimoli. Spero di poter essere per loro quello che alcuni giocatori sono stati per me quando ero più giovane. In primis, spero di poterli aiutare a capire – con i miei atteggiamenti – che la devozione al lavoro e l’abnegazione portano sempre a risultati, indipendentemente da dove poi si arriverà.

Andrea Esposito

Responsabile Comunicazione Olympic Roma

Fiorillo Academy pronta per la serie B. Bini: «Giovani, ma determinati»

Sabato 3 dicembre inizierà il campionato di serie B e l’Olympic Roma sarà protagonista. Come? Una delle più grandi novità della stagione 2022/23 è l’introduzione di una seconda prima squadra – passateci il gioco di parole – che possa essere uno sbocco per i ragazzi delle categorie giovanili ancora non pronti a giocare in A2. Accumulare esperienza – e farlo sempre con i colori della propria società – è fondamentale proprio per puntare poi al salto in serie A.

Mario e Luca Fiorillo hanno colto al volo l’opportunità – nata quasi per caso – di rilevare il titolo del Tuscolano. Altro, limpido segnale che l’Olympic Roma punta decisamente sui propri giovani e proprio loro saranno i protagonisti assoluti di questa squadra. L’allenatore è Davide Bini, già responsabile della pallanuoto all’Eschilo 2 e allenatore dell’U18 e dell’U20 della Fiorillo Academy, società interna alla famiglia Olympic.

L’esordio è – appunto – per sabato 3 dicembre, ore 15:00, al Foro Italico contro la Libertas Roma Eur. La Fiorillo Academy è inserita nel girone 3 della serie B. Le altre squadre presenti sono Nuoto Napoli 2000, San Mauro, Basilicata Nuoto 2000, Club Acquatico Pescara, Waterpolo Bari, Villa York, C.C. Lazio e  Aquademia.

Le parole di Davide Bini, allenatore della Fiorillo Academy: «Siamo alle porte di una nuova stagione. La squadra ovviamente è molto giovane, ma anche determinata. Ci sono degli ottimi elementi, che stanno crescendo parecchio all’interno di questo contento. E proprio questo è il nostro obiettivo: la crescita di tutti quanti i ragazzi, cercando di sviluppare in loro già un professionismo, sia a livello fisico/atletico, che mentale».

Continua Davide Bini: «Abbiamo fatto diverse amichevoli in questo periodo, giocheremo anche questa settimana contro la Libertas. Avremo modo di testarci ancora una volta e di vedere a che punto siamo. Qualche giocatore più grande ci darà una mano, ma parliamo sempre di 2000 o ’99. La linea verde ci permetterà di tenere una grande intensità durante tutte le partite e in ogni cosa che affrontiamo in acqua. Sono fiducioso».

Andrea Esposito

Responsabile Comunicazione Olympic Roma

Davide Bini è un nuovo allenatore dell’Olympic Roma

Già presentato in via non ufficiale in qualche post social, Davide Bini è un nuovo allenatore dell’Olympic Roma. Bini – dopo un’esperienza importante da allenatore della prima squadra della C.C. Lazio – si occuperà dell’U18 e dell’U20 della Fiorillo Academy, oltre a essere il coordinatore del settore pallanuoto all’Eschilo 2, impianto appena entrato nella famiglia dell’Olympic Roma. Giovane e ambizioso, Davide Bini è pronto a tuffarsi in una nuova esperienza. E qualcosa di molto importante potrebbe ancora bollire nel calderone delle novità da presentare nei prossimi giorni.

Le parole di Davide Bini: «Sono estremamente contento di poter lavorare con persone come Mario e Luca Fiorillo. Lo staff è di primissimo livello e per me affiancare Massimiliano Fabbrucci, Marco Neroni e appunto Mario Fiorillo è davvero stimolante e di motivo di grande crescita. Far parte della famiglia Olympic Roma mi emoziona e mi permette di migliorarmi davvero giorno per giorno».

Sulla stagione: «Ho trovato un gruppo di ragazzi che si impegna e che lavora, molto motivato. Siamo all’inizio di un percorso che mira alla crescita umana, tecnica e mentale degli atleti e il lavoro da fare è davvero tanto. Puntiamo ad alzare l’asticella, sia dal punto di vista dell’intensità, sia nella cura al dettaglio. Come sempre, il lavoro paga e ci porterà a toglierci piccole o grandi soddisfazioni».

Andrea Esposito

Responsabile Comunicazione Olympic Roma

Mario Fiorillo orgoglioso: «Il mondo Olympic Roma è pronto a crescere ancora»

È ormai iniziata la stagione 2022/23 in casa Olympic Roma. La seconda, per una società che ha sì ereditato un titolo di A2 dalla precedente gestione, ma ha poi pian piano rivoluzionato strutturalmente il club, modellandolo secondo le idee di Mario e Luca Fiorillo. La trasformazione non è ancora finita e – forse – non finirà mai: in un mondo che cambia così velocemente, pensare di fermarsi è vera e propria utopia.

«La stagione che andiamo ad affrontare si apre con i migliori auspici», inizia Mario Fiorillo, presidente dell’Olympic Roma e allenatore della prima squadra. «Le idee sono molte, a partire dal sociale, aspetto a cui teniamo davvero tanto. Amplieremo e aggiungeremo nuove iniziative in questo senso, insieme all’associazione Progetto Filippide e ai nostri partner». Ci saranno tante novità: «Sabato 8 ottobre, alle ore 17:00, presenteremo al CSI Flaminio tutta la famiglia Olympic, i volti nuovi, i nostri sponsor e i nuovi progetti. Sarà presente anche il mio amico e CT del Settebello Sandro Campagna».

Sulla stagione agonistica: «Innanzitutto abbiamo aperto una sezione di sincronizzato al CSI Flaminio, che sta avendo un grande riscontro. Per la pallanuoto, come già anticipato, lavoreremo contemporaneamente su tre strutture. L’Eschilo 2, lo Sporting Club Tuscolano e – appunto – il CSI saranno il cuore pulsante del nostro settore giovanile. Gli iscritti sono aumentati a dismisura, sia di giovanili che di Scuola Pallanuoto. Questo rende me, Luca e tutti coloro che lavorano nella famiglia della Fiorillo Academy contenti e gratificati».

Un pensiero per le famiglie: «Ci tengo a ringraziare i genitori dei ragazzi. Stanno dimostrando ormai da mesi grande partecipazione e attaccamento. Si sentono e sono parte integrante del mondo Olympic Roma: senza di loro nulla sarebbe possibile. Questi ultimi due aspetti sono i più importanti: vuol dire che siamo sulla strada giusta e che stiamo lavorando con grande impegno e attenzione. Sicuramente abbiamo fatto e faremo errori, ma siamo tutti qui per imparare».

Sulla serie A2: «Come avete letto, la squadra è totalmente stata rivoluzionata. Abbiamo abbassato l’età media intorno ai 21 anni, con tanti ragazzi nati dopo il 2000. L’obiettivo è inserire negli anni sempre più giovani provenienti dal nostro vivaio, con i quali crescere insieme. Ovviamente ci sono anche due o tre elementi di esperienza, che non devono mai mancare per dare un’identità alla squadra. In primis Giacomo Casasola, che non ha bisogno di mie presentazioni, per gli anni importanti giocati tra serie A1, Champions League, nazionale giovanile e assoluta. Come detto ai ragazzi, Giacomo dovrà essere per tutti noi fonte di apprendimento e di consigli, il punto di riferimento a cui appoggiarsi quando avremo difficoltà in un campionato così lungo e difficile. Poi Enrico Calcaterra, indubbiamente uno dei migliori giocatori di questa categoria. E lo dicono i numeri: se non sbaglio lo scorso anno ha realizzato circa 60 gol in A2, sono tantissimi».

La chiosa finale: «Può darsi che sia a livello di prima squadra, che di progetti importanti per i nostri giovani le grandi novità non siano finite qui. Più di me (ride, ndr), Luca sta lavorando per realizzare un paio di colpi a effetto che speriamo di qui a breve di poter comunicare». Magari proprio alla presentazione del mondo Olympic Roma, fissata sabato 8 ottobre, ore 17:00, al CSI Flaminio.

Andrea Esposito

Responsabile Comunicazione Olympic Roma

Roberto Camposecco: «La mia AmbienteDuemila per gli sport minori»

AmbienteDuemila è una società di manutenzione e giardinaggio situata nel quadrante Sud della città di Roma. Oggi abbiamo disturbato il suo leader, Roberto Camposecco, da anni alla guida dell’azienda che da decenni si tramanda di generazione in generazione. Il figlio Davide – marcatore – gioca nella prima squadra dell’Olympic Roma e Roberto è diventato per la squadra una sorta di riferimento. Un tifoso/dirigente che segue i ragazzi da Napoli fino in Sicilia.

Roberto, come nasce la collaborazione tra la AmbienteDuemila e l’Olympic Roma?

«Questa collaborazione nasce di certo dal mio amore per lo sport, soprattutto per gli sport considerati minori. Proprio loro hanno bisogno costantemente di partners che li sostengano, come la mia azienda. Investire nei giovani che praticano sport vuol dire contribuire alla loro crescita e a migliorare il loro e il nostro futuro».

Che rapporto hai con Mario Fiorillo e con la squadra? Sappiamo che sei un grande tifoso dell’Olympic Roma e spesso la segui anche in trasferta. 

«Per me Mario è un grande professionista e ne ho tantissima stima. Ho grande rispetto per il lavoro che svolge all’interno dell’Olympic Roma e per la pallanuoto in generale. In realtà, sono un papà-tifoso. Mio figlio Davide è appassionato a questo sport e lo seguo da sempre, fin da quando era piccolino. Insieme a lui ho imparato a capire e ad apprezzare la pallanuoto. Seguo sempre i ragazzi perché rivedo in loro il mio spirito da agonista. Lo sport per me ha sempre avuto un ruolo fondamentale e credo che contribuisca in modo determinante a conseguire uno stile di vita sano e combattivo. Chi fa sport, vince sempre».

Di cosa si occupa AmbienteDuemila?

«La mia società si occupa della gestione del verde: non solo manutenzione, ma anche progettazione e realizzazione di giardini e/o parchi. Ci occupiamo anche di santificazioni ambientali: cerchiamo di dare alla nostra città un aspetto più sano e vivibile».

Quali sono gli obiettivi futuri della tua azienda e come si potrebbe evolvere la tua collaborazione con l’Olympic?

«Sicuramente – nonostante i miei trent’anni di attività – voglio continuare a crescere e a migliorare i servizi che propongo con la mia società. Spero che il mio esempio come imprenditore che si mette in gioco ogni giorno sia uno spunto per questi ragazzi, per migliorarsi continuamente nel loro percorso sportivo e professionale, in modo che si allenino a raggiungere sempre i loro obiettivi. Per questo mi piace sostenere l’Olympic Roma e voglio continuare a farlo. Magari cercando anche di coinvolgere anche altre realtà aziendali, in modo tale che si riescano a sensibilizzare quante più persone possibili sulla bellezza della pallanuoto e di tutti gli altri sport considerati minori».

Andrea Esposito

Responsabile Comunicazione Olympic Roma

Bosso: «Olympic e B-personal, una partnership che funziona»

Senza nulla togliere agli altri, B-personal è uno tra i più importanti partner per l’Olympic Roma. Perché? Molto semplice: l’azienda napoletana è lo sponsor tecnico del club di Mario Fiorillo, ne cura il materiale di gioco e l’abbigliamento di rappresentanza. Calottina, costume, felpa o zaino sono il biglietto da visita di ogni squadra e società, sia in casa che in trasferta. Dobbiamo ammettere che stavolta patron Giancarlo Bosso e il suo team – specializzato nel campo del nuoto e della pallanuoto – si sono davvero superati: il nostro kit piace tantissimo!

B-personal è un marchio importante: veste società storiche come il Posillipo e l’Ortigia, ma anche Acquachiara, Nuoto Catania e Vis Nova. Abbiamo chiesto proprio a Bosso i particolari della collaborazione con l’Olympic Roma. Di seguito l’intervista.

Giancarlo, come nasce la collaborazione tra la B-personal e l’Olympic Roma?

«La partnership tra B-personal e Olympic ha radici nel 2018 (quando ancora era Roma 2007 Arvalia, ndr). È stata consolidata a pieno poi nel 2021, diventando sponsor tecnico dell’Olympic Roma: con grande orgoglio siamo partecipi di questo avvincente progetto».

Che rapporto hai con Mario Fiorillo e che ruolo ha avuto Mario per la buona riuscita di questa collaborazione? 

«Con Mario c’è  grandissima stima e affetto e sulla base di questo si è creato un eccellente rapporto di collaborazione».

Come nasce la B-personal? Raccontaci gli inizi di questo brand ormai affermato.

«B-personal è da sempre un’azienda produttrice di abbigliamento e accessori per moda e sport. Nel 2015 il brand si affaccia al mondo acquatico, specializzandosi sempre più nella produzione e distribuzione di abbigliamento tecnico per nuoto e pallanuoto. I nostri articoli sono a Km 0, in quanto l’azienda dispone di una piattaforma logistica-operativa integrata per la realizzazione del capo finito. Siamo strutturati per il taglio del tessuto, ricamo industriale, sublimazione industriale e tutti i procedimenti per il completamento del capo di abbigliamento».

B-personal è un marchio in grande e costante crescita nel mondo della pallanuoto: quali sono gli obiettivi futuri?

«L’obiettivo è di potenziare il posizionamento del brand ai massimi livelli del settore».

Andrea Esposito

Responsabile Comunicazione Olympic Roma

Olympic, senti Patti: «La Nazionale un sogno: spero sia solo l’inizio»

Federico Patti è tornato una settimana fa da un collegiale con la nazionale giovanile italiana nati 2003/04. Gli allenamenti – dal 25 al 27 aprile – si sono svolti allo Stadio del Nuoto di Civitavecchia, tenuti dai CT Alberto Angelini e Roberto Brancaccio e dal loro staff tecnico. Una grande emozione e il giusto premio per Patti, ragazzo d’oro e atleta serissimo, esempio di quanto il lavoro paghi sempre. Primo atleta dell’Olympic Roma a partecipare a un raduno dell’Italia, abbiamo chiesto direttamente a lui le sensazioni di questi giorni.

Com’è andato il primo collegiale con la nazionale giovanile?

«Questo raduno me lo sono goduto al 100%, è stata un’esperienza nuova che – seppur faticosa – mi ha divertito molto e sinceramente mi è dispiaciuto che sia durato così poco. Spero che questo possa essere solo l’inizio di un percorso che sicuramente potrebbe darmi molto, anche in termini di esperienza. Oltretutto, penso che sia stato importante potersi confrontare con altri atleti della propria età, diversi rispetto ai soliti che incontro da sempre nei gironi delle giovanili». 

Che emozione è stata per te leggere il tuo nome tra i convocati? Raccontaci quando Mario te l’ha detto.

«Quando l’ho saputo è stato un mix di emozioni. Da una parte non ci credevo e avevo un po’ d’ansia, ma senza dubbio ha prevalso un gran senso d’orgoglio e l’ondata di gioia che mi ha travolto. La sera stessa ho fatto difficoltà a dormire: dovevo prima realizzare ciò che era successo e poi smaltire quella scarica d’adrenalina che avevo addosso».

Come ti sei trovato a lavorare con lo staff tecnico azzurro e con il CT Roberto Brancaccio?

«Come già detto è stata una bellissima esperienza e mi ha dato modo di confrontare anche le varie letture del gioco degli altri allenatori (anche se in minima parte a causa della brevità del raduno). Ciò che mi è piaciuto di più sono i ritmi alti e l’alta concentrazione richiesta, dall’inizio alla fine. Il fatto che ci fosse uno staff così ampio poi mi ha fatto molto piacere. Nella pallanuoto – così come nella vita – cerco sempre di rubare con gli occhi e fare miei tutti i consigli che ricevo da persone che hanno più esperienza di me».

Sei il primo atleta dell’Olympic Roma a raggiungere questo traguardo. Senti di poter essere un esempio per tutti i giovani della nostra società?

«Ripeto che sicuramente questa cosa mi riempie di orgoglio. Ma mi auguro che questo per me possa essere solo l’inizio di un percorso – mi auguro – il più duraturo possibile. Mi sento di dire che posso essere un esempio dal punto di vista dell’approccio alla pallanuoto: anche se per molti può risultare esagerato, quando non mi alleno e sono a casa, nel tempo libero (o anche quando dovrei studiare! –  ride, ndr) guardo partite e video di pallanuoto. Ogniqualvolta che mi è permesso rimanere in acqua a fine allenamento, resto quei minuti in più che mi sono concessi per provare a migliorarmi. Penso che chiunque possa raggiungere questo piccolo traguardo se si impegna con dedizione e costanza ed è disposto a fare qualche sacrificio».

Andrea Esposito

Responsabile Comunicazione Olympic Roma

Intervista a Vincenzo Donati, team manager dell’Olympic Roma

Sei giornate alla fine di un campionato di serie A2 anche quest’anno andato avanti tra stop e rinvii. Difficilissimo negli ultimi anni capire e intuire l’andamento degli eventi. Figuratevi per chi – per ruolo – ha il compito di organizzare trasferte, liste di ingresso e molto altro. Vincenzo Donati è il team manager dell’Olympic Roma. Persona perbene, distinta, perfetta per tenere i rapporti all’interno e all’esterno della società. Spesso lavora nell’ombra: oggi gli abbiamo voluto chiedere qualcosa alla luce del sole.

Come ti trovi in questo primo anno da team manager dell’Olympic Roma? Cosa è cambiato rispetto al passato?

«Mi trovo bene. Devo confessarti che quando Mario e Luca questa estate mi proposero di iniziare la collaborazione con l’Olympic Roma, ne sono rimasto lusingato. Anche se in parte ero dispiaciuto: con la Roma 2007 Arvalia e con Enrico (Di Santo, ndr), ho trascorso anni intensi, pieni di passione e ricordi. Ma un un animo razionale e capisco che nulla è per sempre».

«Il progetto propostomi mi intrigava e costruire una nuova realtà – dopo gli anni difficili della pandemia – sarebbe stato uno stimolo maggiore. Sapevo allo stesso tempo che gli impegni sarebbero stati di gran lunga maggiori. Conosco Mario da qualche anno: l’ho avuto come avversario e successivamente in società e con lui mi trovo bene. È una persona seria, educata, competente. Un imprenditore di sé stesso e quindi con tutte la qualità e le carte in regola per fare la scelta di formare un proprio movimento, una sua società. Abbiamo imparato a conoscerci e a rispettarci e ora siamo in diretto contatto e confronto di idee quotidianamente. Lavorare con una icona della pallanuoto per me è un onore e un privilegio. Non ultimo la scelta è stata anche dettata dal fatto che volevo rimanere con “i miei ragazzi”!».

Qual è la tua settimana tipo tra impegni con la squadra e l’organizzazione degli eventi?

«Non ho una vera e propria una settimana tipo. Già la sera della partita del sabato faccio le statistiche che poi giro ai ragazzi. La domenica – grazie agli altri collaboratori che si occupano delle giovanili – la dedico alla famiglia, ma dal lunedì si comincia a lavorare e pianificare per le partite del fine settimana successivo. Sia di serie A2, sia delle giovanili: contatti con le altre società, con gli amici dirigenti, alberghi, ditte di trasporto, tipografie, gestori degli impianti… Diciamo che è uno smart working quotidiano che mi impegna diverse ore, ma per fortuna sono in pensione! Quando posso poi vado anche agli allenamenti, mi piace passare del tempo con Mario e i ragazzi».

Qual è la principale difficoltà che hai riscontrato nell’organizzazione di questa annata?

«Le difficoltà maggiori sono state l’applicazione di tutte le norme anti Covid. Il virus ha complicato non poco la pianificazione e la documentazione di ogni partita. Ad inizio campionato, dopo la pandemia ci sono stati momenti in cui ho contato fino a circa novanta, cento documenti da consegnare o da avere al seguito per ogni partita. Uno stress non indifferente, con il timore di aver dimenticato sempre qualcosa o di non avere la documentazione nell’ultimo aggiornamento. Per non parlare dell’organizzazione delle sedute di tamponi, in alcune occasioni, anche due volte a settimana, sempre con il timore di trovare qualche positivo. Da inizio mese siamo tornati al passato pre Covid e non mi sembra vero. Presentare solo le liste ed i cartellini… Quasi un sogno, mi sembra sempre di aver dimenticato qualcosa!».

Come ti sei avvicinato alla pallanuoto e cosa ti spinge a continuare a seguirla con così grande impegno?

«Mio figlio ha iniziato a giocare, poi essendo uno sportivo e avendo giocato – con scarsi risultati – a pallanuoto da giovane, il passo è stato breve. Devo ringraziare il compianto Fabio Capizzi che mi ha proposto la prima panchina con la Rari Nantes Casalpalocco. Poi Fabio Bevilacqua ed Enrico Di Santo, che mi hanno coinvolto nel progetto Roma 2007: gliene sarò sempre grato».

«Per risponderti a pieno, però, devo fare una premessa: non prendo e non ho voluto mai un compenso economico, se non il rimborso delle spese reali sostenute. Ciò che mi muove è solo la passione, la voglia di stare con i ragazzi, di conoscere e stare con persone che condividono la mia stessa passione. Non avere compenso mi consente poi di essere super partes, di poter dire la mia opinione senza remore. Naturalmente, sempre con educazione e rispetto».

Un consiglio a chi si approccia a questo sport come team manager o dirigente.

«Prima di tutto, la passione. Poi ascoltare, riflettere, non essere impulsivo ma razionale. A me piace pensare di essere un secondo padre per i miei ragazzi, uno a cui chiedere consiglio anche della vita, non solo nello sport. L’agone della partita può portarti o indurre a qualche momento fuori delle righe. In quel frangente il team manager deve essere razionale e riportare i temperamenti all’interno dei binari del buonsenso. Ecco, il buonsenso: secondo me questo è il miglior pregio che deve avere un team manager… Spero di averlo!».

Andrea Esposito

Responsabile Comunicazione Olympic Roma

L’Olympic alla Run for Autism. Luca Biasillo: «Lo sport è inclusione»

Domenica 3 aprile, alle 9:30, avrà inizio l’edizione 2022 della Run for Autism, una gara podistica che si svolge ogni anno tra le vie del centro storico di Roma. La partenza di questa speciale corsa – in cui partecipano persone autistiche e non – è prevista da piazza della Bocca della Verità. È organizzata dal Progetto Filippide, un’associazione che svolge attività di allenamento e preparazione a competizioni sportive con soggetti autistici e con sindromi rare ad esso correlate. 

Noi dell’Olympic Roma parteciperemo, sempre in prima linea per l’inclusione e a sostegno di tutti i valori principali che lo sport trasmette. Abbiamo chiesto a Luca Biasillo, assistente sociale e direttore del Progetto Filippide, qualche informazione in più su questa bellissima gara e sull’associazione che rappresenta.

Cos’è la Run for Autism e da dove nasce l’idea di questa gara?

Run for Autism è una gara internazionale, nella quale le persone con autismo competono con i cosiddetti neurotipici – i non affetti da autismo. È un messaggio di perfetta inclusione sociale attraverso lo sport. Questa è la missione definitiva del Progetto Filippide: includere nella società le persone con autismo, utilizzando il mezzo dello sport, in particolar modo dell’atletica e della corsa su lunga distanza.

A quale edizione è giunta la manifestazione? Una stima sul numero di persone che parteciperà?

Siamo alla 10ª edizione della Run for Autism, un’edizione importante. Siamo fiduciosi e ci aspettiamo circa 2.000 partecipanti, poi magari saranno di più! Ci affidiamo alla bontà di tutti coloro che vorranno correre con noi e i nostri ragazzi in una giornata di festa. Perché alla fine parliamo di questo: la Run for Autism è una festa, a cui i nostri ragazzi si preparano duramente allenandosi per un anno intero. A questa edizione poi parteciperanno associazioni del Progetto Filippide provenienti da tutta Italia, che si riuniranno a Roma già in questi giorni. Crediamo che questo sia un modo di fare cultura: le persone con autismo hanno difficoltà, ma anche qualità. Diverse, ma ben espresse ad esempio proprio nello sport.

Quanto sono importanti questi eventi che portano alla ribalta delle problematiche spesso dimenticate e sottovalutate?

Sono fondamentali. In genere, le persone con autismo tendono a rimanere isolate dal mondo e anche i familiari spesso non hanno luoghi idonei dove poter portare i propri figli e farli stare bene. Dove non vengano sopportati, ma valorizzati. Nel nostro caso è proprio così: i nostri ragazzi vengono a correre e rispettano le regole di ogni atleta durante una gara. Quindi, tornando alla domanda, più persone partecipano ad eventi del genere, maggiore è il successo dell’iniziativa e la visibilità data a queste persone e alle loro capacità.

Raccontaci di più sul Progetto Filippide.

Progetto Filippide è un’associazione sportiva nata a Roma nel 1983, sotto altro nome. Nel 2000 ha assunto il nome attuale. È un’associazione benemerita del Comitato Italiano Paralimpico e soprattutto è associata al dipartimento di comunicazione globale delle Nazioni Unite, oltre a far parte alla CRPD, una conferenza sulla disabilità che si svolge ogni anno a New York. Quello del Progetto Filippide è quindi un mandato istituzionale, ottenuto grazie a tutti i bei risultati di questi ultimi anni.

Andrea Esposito

Responsabile Comunicazione Olympic Roma

Olympic Roma e la Talentform di Alfredo Patti insieme per grandi traguardi

Talentform è tra le prime 100 aziende in Italia nel settore dei corsi di formazione e aggiornamento professionale. Soprattutto, da qualche settimana è partner dell’Olympic Roma, anche grazie al buon rapporto tra Mario Fiorillo e Alfredo Patti, leader della Talentform. Abbiamo domandato a quest’ultimo di cosa si occupa, di come si sia avvicinato al mondo della pallanuoto e poi all’Olympic. E tante altre cose: scopriamo insieme obiettivi e ambizioni di questa partnership.

Di cosa si occupa precisamente la Talentform? Qual è la mission dell’azienda?

«Talentform opera in Italia nel settore della formazione e dell’aggiornamento professionale e manageriale, progettando, sviluppando ed erogando percorsi formativi. L’azienda opera in sinergia con i più importanti Fondi Istituzionali per il finanziamento formativo rivolto a inoccupati, disoccupati e lavoratori in costanza di rapporto o espulsi dal mercato del lavoro. Talentform è presente nelle regioni Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo, Puglia e, presto, in Piemonte con sedi accreditate alle rispettive Regioni». 

Aprendo il sito internet di Talentform, salta subito agli occhi lo slogan dell’azienda: “Non esistono vette impossibili da raggiungere. Basta avere i mezzi giusti”. La frase si può adattare benissimo anche allo sport: che valore formativo e pedagogico ha, soprattutto per i giovani?

«Sicuramente il presupposto è di aiutare le persone a raggiungere la piena consapevolezza delle proprie capacità e possibilità individuali. Dopo di che il nostro ruolo – un po’ come quello del coach – è di supportare, accompagnare le persone/atleti in un processo di crescita individuale, fornendo strumenti e stimoli, che può significare raggiungere, e mantenere, un ruolo personale/professionale nella società/squadra in un contesto altamente competitivo».

Perché avete deciso di diventare uno dei partner dell’Olympic Roma?

«Lo sport, particolarmente quello di squadra, è un’ottima palestra per le relazioni sociali, diciamo di grande stimolo per l’intelligenza ambientale. Trovo la pallanuoto uno sport “nobile”, un po’ come la boxe tra gli sport individuali. Poi, provo una grande ammirazione per le scelte di un grande campione come Mario Fiorillo che, dopo aver vinto tutto, ha deciso di mettersi in discussione in un mondo in cui le sue medaglie d’oro non avevano alcun valore. Tutto ciò che gli è costato raggiungerle, però, è stato un grande bagaglio per affermarsi. Ora ha deciso di riaffacciarsi nel mondo del suo sport, dove ha ancora tanto da dire, e lo sta facendo con i giovani, prendendoli per mano e accompagnandoli in un percorso di crescita sportiva e personale. Spero che questi giovani comprendano che fortuna abbiano avuto nell’avere accanto un uomo che è un campione nello sport e nella vita. Non potevamo non esserci anche noi: in un’ottica di parallelismo tra gioco di squadra e organizzazione aziendale, dove tanto Mario Fiorillo, quanto Talentform, si impegnano quotidianamente per la crescita di chi si affida a loro».

Cosa hanno in comune la Talentform di Alfredo Patti e l’Olympic Roma di Mario e Luca Fiorillo?

«La presenza e il sacrificio costante di chi ha avuto un’idea e ne è talmente convinto da rinunciare a obiettivi comodi e facili, lavorando tutti i giorni, con il traguardo ben chiaro in mente, senza distrazioni».

Che rapporto hai con Mario Fiorillo? Oltre a essere un abile manager, è un vero totem della pallanuoto italiana e mondiale, campione olimpico a Barcelona ’92.

«Grandissima stima, rispetto, ammirazione per un grande campione che ha sempre mantenuto un profilo “basso”, che non ha mai dimenticato le sue origini, che continua ad affermarsi in ogni campo, un vero esempio per i giovani (ma anche per i meno giovani). Sempre più spesso oggi incontriamo persone che si “riempiono del nulla”: Mario non ha bisogno di apparire. Ammiro inoltre la sua curiosità, la sua continua ricerca della sfida, la sua capacità di analisi e pianificazione, la sua capacità e voglia di trasferire ai giovani, senza gelosie».

Come ti sei avvicinato alla pallanuoto? Sei mai stato al Foro Italico per assistere a una partita?

«Da giovane praticavo il nuoto a livello agonistico (però che noia…) e talvolta ho gareggiato al Foro Italico senza però mai grandi risultati. Ma già aver potuto nuotare nel Tempio del Nuoto era una grande soddisfazione. La pallanuoto consente un’espressività, tecnica, ludica e atletica in un elemento che non è il nostro, ma da cui siamo attratti sin dalla nascita. Ha un fascino irresistibile, dove potenza, acquaticità, intelligenza, fantasia, tecnica e gioco di squadra sono l’espressione finale di tanto, ma veramente tanto, allenamento e sacrificio. Assisto alle partite dell’Olympic anche al Foro, quando possibile: entrare nella Piscina dei Mosaici è sempre una grande emozione!».

Andrea Esposito

Responsabile Comunicazione Olympic Roma

Patti e Lo Re, intervista doppia ai giovani dell’Olympic Roma

Federico Patti e Thomas Lo Re sono due tra i più giovani atleti stabilmente nel roster della prima squadra. Entrambi con alle spalle già un campionato di A2, l’attaccante classe 2003 e il mancino 2005 sono il presente e soprattutto il futuro dell’Olympic Roma. I tecnici Mario Fiorillo e Gabriele Letizi puntano molto su di loro e abbiamo voluto farlo anche noi, realizzando questa intervista doppia. In cui il primo obiettivo è stato divertirsi e raccontare anche altro rispetto alla pallanuoto. 

«Io però non voglio farla con Thomas, non lo reggo», provoca subito Patti. «Che buffone che sei, sei invidioso perché sono mancino», risponde Lo Re. Pare tutto perfetto: i ragazzi sono entrati subito nel mood con cui vogliamo affrontare questa scherzosa ma intima chiacchierata con loro!

Come procedono gli allenamenti in questa sosta di campionato?

Patti: «Fortunatamente, pur essendoci stato un aumento dei casi, devo dire che siamo stati particolarmente bravi e attenti. Questo ci ha concesso un regolare proseguimento delle attività. Anche se in quest’ultima settimana non eravamo al completo, non abbiamo trovato in questo una scusa per rallentare i ritmi degli allenamenti. Sono sicuro che continueremo ad allenarci forte per prepararci al meglio alla ripartenza del campionato».

Lo Re: «Tasto dolente: purtroppo in questa sosta non mi sono potuto allenare con il resto della squadra perché ho contratto il Covid. Questo però non è bastato a fermarmi: sto continuando ad allenarmi a secco a casa grazie ai programmi distruttivi di Max (Fabrucci, ndr)».

Da poco è arrivata la notizia dello stop del campionato, quindi sabato non si andrà a Civitavecchia. Come vivi il momento?

Patti: «Tutti – da ormai due anni – ci rendiamo conto di vivere un momento complicato. Forse, alla terza stagione in cui siamo alle prese con il Covid, ci aspettavamo di poter giocare con più serenità. Ma così non è e dobbiamo adattarci. Peccato, perché avevamo tanta voglia di giocare per tornare subito alla vittoria e dimostrare il nostro valore».

Lo Re: «Purtroppo è giunta da poco la notizia della sospensione dei campionati A2 fino a febbraio. C’è grande dispiacere, ma sicuramente coglieremo l’occasione per migliorarci sia come squadra che nei singoli individui. A Civitavecchia sarebbe stata una partita importante, soprattutto per testare la nostra reazione dopo la brutta battuta d’arresto in casa contro Ancona». 

Che compagno di squadra è Thomas/Federico? 

Patti: «Devo dire che Thomas è stato il ragazzo con il quale ho legato per primo una volta arrivato qui. Forse è perché abbiamo condiviso insieme, passo per passo, le prime esperienze in A2: la prima convocazione, la prima vittoria, il primo gol… È un compagno che ti stimola a fare di più, soprattutto nella parte del nuoto in cui è nata una sorta di competizione che aiuta entrambi a dare il meglio. È sempre propenso alla battuta e allo scherzo e sono contento di aver cominciato questo “percorso tra i grandi” insieme a lui».

Lo Re: «Federico è sicuramente il compagno che ti aiuta a dare quella spinta in più, sia a livello mentale che fisico. È sempre primo in corsia, pronto a batterti nel VO2, nella soglia e anche nell’aerobico, ma soprattutto è sempre con il sorriso e pronto alla battuta».

Chi ha più voglia di nuotare e faticare dei due?

Patti: «È difficile dare una risposta a questa domanda. Entrambi siamo ragazzi che non vedono l’ora, giorno dopo giorno, di allenarsi e migliorare. Siamo sempre pronti e felici di dare il massimo e faticare ad ogni allenamento, anche perché non c’è nulla di più appagante di sentire di aver fatto un duro allenamento per bene».

Lo Re: «Entrambi siamo giovani con tanta energia e con tanta voglia di faticare, ma soprattutto tanta, tanta voglia di dare e di dimostrare le nostre qualità. In corsia, come ho detto prima, è una lotta continua a chi arriva prima, un continuo sprono per l’altro. Almeno per me, spero anche per lui (ride, ndr)».

In cosa pensi di essere più bravo dell’altro e in cosa meno?

Patti: «Rispetto a Thomas, penso di avere qualche accortezza difensiva in più e – senz’altro – sono fisicamente avvantaggiato in questa fase di gioco. Penso che lui invece sia più bravo di me nel mettere i palloni dentro la gabbia! Battute a parte, penso che Thomas abbia una maggiore precisione nel tiro rispetto a me e di sicuro mi allenerò per migliorare quest’aspetto».

Lo Re: «L’unica cosa che invidio a Federico è la moto! Scherzi a parte, credo che lui abbia molte più gambe e potenza fisica di me, ma nella tecnica di palleggio e soprattutto di tiro penso di essere più bravo io».

Se dico: “Mario Fiorillo”, qual è la cosa che ti viene in mente per prima?

Patti: «Come prima cosa, mi vengono in mente le ammazzate di nuoto della scorsa estate! Dalla fine dei campionati, noi più giovani abbiamo continuato ad allenarci fino a fine luglio km dopo km. Al di là di questo, alcune volte provo ad immaginare cosa potesse provare a rappresentare la propria nazione, per di più da capitano, e che mentalità potesse avere da atleta. Nel tempo libero che ho sono solito rivedere partite varie di pallanuoto. Uno o due mesetti fa mi è capitato di rivedere la finale di Barcelona ’92 e mi ha fatto strano pensare che ho davanti a me in piscina ogni giorno un atleta che stava lì, visto come un idolo da molti sportivi e amanti della pallanuoto. Penso di essere fortunato ad averlo come allenatore, per tutti i consigli che ogni giorno mi trasmette per poter migliorare».

Lo Re: «Non me ne voglia Mario, ma la prima cosa che ahimè mi viene in mente sono i 10 da 100 di riscaldamento (passaggio 1 e 10!!!) che facevamo quasi giornalmente l’estate scorsa… Una fatica!».

Cos’è la pallanuoto per te e dove vorresti arrivare un giorno?

Patti: «Per me la pallanuoto è quasi tutto. Da quando mi sveglio la mattina, vivo le giornate aspettando che sia il momento di andare in piscina. Quando ho un qualsiasi momento libero, vedo video e partite di pallanuoto e se fosse possibile la vivrei molto più di quanto faccia già. La pallanuoto è uno sport che mi ha cresciuto, mi ha insegnato dei valori, il rispetto delle gerarchie, il significato di fratelli per scelta e continua a crescermi insegnandomi lezioni di vita con il passare del tempo. Se dovessi pormi un obiettivo a medio termine, sarebbe sicuramente quello di arrivare in serie A1 a un buon livello. Spero di riuscire ad arrivare a esprimere tutto il potenziale che ho in questo sport. Poi – ovviamente – il mio sogno è quello di riuscire ad arrivare in nazionale in futuro. Penso che rappresentare l’Italia sia una cosa che riempia senza dubbio di responsabilità, ma soprattutto d’orgoglio».

Lo Re: «Fin da piccolo, la pallanuoto per me è una fonte di sfogo, piena di aspetti positivi ma anche negativi. È uno sport che mi ha dato tanto e spero che tanto ancora mi darà. Penso che il sogno di tutti i ragazzi che iniziano questo sport soltanto perché lo hanno visto in TV, come me, sia quello di arrivare il più lontano possibile. Personalmente non so dove posso arrivare, ma mi è sempre stato insegnato che i risultati arrivano soltanto con impegno, dedizione e carattere».

Un pensiero per tutti i giovani ragazzi che vogliono arrivare in prima squadra e per cui sei un esempio da seguire.

Patti: «Se l’esempio sono io stanno messi male! Posso solo dire loro di allenarsi sempre dando il massimo e mantenendo alta la concentrazione. Ma la cosa più importante è divertirsi: il divertimento è alla base dello sport. Se non c’è divertimento non c’è passione e – senza passione  – non si trovano gli stimoli per perseguire i propri obiettivi».

Lo Re: «Ciò che ripeto sempre a me stesso e mi sento di poter consigliare è: impegno, dedizione e carattere»

Andrea Esposito

Responsabile Comunicazione Olympic Roma